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Come
potete leggere dall'appello che ci giunge dalla Zastava di Kragujevac,
la situazione sociale in Jugoslavia è in peggioramento
continuo. Chiunque in questi anni è stato più volte
nel paese, ogni volta che ritorna trova un ulteriore deterioramento
delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Coloro che con i "cambiamenti" dell'ottobre 2000 avevano
sperato in un miglioramento della situazione, si trovano ora in
una condizione di " disperazione sociale ": decine di
migliaia di licenziamenti, disoccupazione, abbattimento di quelle
misure minime di difesa sociale che esistevano fino all'ottobre
2000 e che riguardavano i prezzi, la sanità, i servizi,
la scuola, la casa, i sussidi per pensionati e fasce deboli. Oggi,
queste misure sono state abolite come conseguenza delle privatizzazioni
selvagge che sono in pieno corso nel paese e che riguardano TUTTI
i settori. Di
fronte a tutto questo, che è conseguenza di un embargo
decennale e dei bombardamenti che hanno messo in ginocchio
il popolo jugoslavo e lo hanno portato indietro di quasi 100 anni
( come dichiarato da analisti internazionali dell'ONU a settembre
), io penso che come lavoratori, come compagni, come uomini e
donne coscienti, sostenitori della pace e della solidarietà
tra i popoli, abbiamo un debito civile e morale verso questi lavoratori
ed i loro figli. Verso quelle vedove e orfani di guerra, vittime
innocenti di quei bombardamenti e di giochi politici internazionali
effettuati sulle loro vite, di cui noi tutti, volenti o nolenti,
siamo responsabili e coinvolti, causa le scelte dei nostri governi
( e le 1381 azioni effettuate da nostri aerei su quelle terre,
portando non certo cibo o medicine
).
Ci viene richiesta SOLIDARIETA', non elemosina, perché
la solidarietà è anche richiesta di giustizia. Perché
la solidarietà spesso è l'unica arma che possiede
chi lavora, perché la solidarietà fa parte del patrimonio
del movimento operaio e della storia dei popoli. Perché
con la solidarietà aiutiamo a non far morire il sentimento
della speranza per questi lavoratori, i loro figli e forse anche
per noi.
Perché solidarietà significa anche dignità,
e chiunque è stato in Jugoslavia, tra quelle genti, tra
quei lavoratori, SA, che dignità e fierezza si trovano
e si respirano in ogni angolo di quel martoriato paese. E spesso
ciascuno di noi andando là, stando tra quelle genti, ha
non solo imparato ma si è arricchito, nell'anima e nella
coscienza.
Solidarizzare, sostenere chi è vittima di una guerra non
voluta o scelta, è anche questo lotta per la pace, contro
la guerra, intesa come atto e politica di imposizione.
Anche così si è contro logiche liberiste e di impoverimento
dei popoli. Contro derive politiche, etiche e culturali, di società
come la nostra, dove non solo è impossibile e difficile,
di questi tempi impedire di andare in guerra come paese, ma anche
mantenere e far vivere culture e sentimenti di solidarietà,
di giustizia, di emancipazione e progresso.
Anche così si resiste e si dice NO allo stato di cose presente!
Siamo in pochi, ma ci siamo, tutto è difficile ma ci proviamo.
Nel mondo sindacale, in ambiti politici, nell'associazionismo
internazionale, isole di resistenti e solidarizzanti, continuano
a cercare di rompere muri di indifferenza e sordità. Come
presidente dell'Associazione " SOS Yugoslavia " e insieme
agli appartenenti della nostra Associazione, che in questi anni
ha cercato di fare la sua piccola ma dignitosa parte, ma anche
a nome di tutti coloro che nel nostro paese stanno facendo ogni
sforzo perché queste parole giunteci da Kragujevac, NON
restino " lettere morte " : vi chiedo-chiediamo di non
essere sordi, di non far morire almeno la speranza in tempi migliori
e più giusti, perché senza anche quella, le nostre
responsabilità verso i nostri figli e le nuove generazioni,
sarebbero ingigantite e incancellabili.
"
non so se c'è un tempo della fine, ma so che
c'è sempre la SPERANZA.
La SPERANZA come coscienza e la coscienza come lotta per la vita
SENZA FINE
".
LEGGI, FAI LEGGERE E CIRCOLARE QUESTO APPELLO !
Contattaci, organizziamo presentazioni, serate,
coinvolgiamo chiunque abbia una coscienza e disponibilità
a
non essere indifferente.
( 328/ 7366501 - 338/ 1755563 )
Enrico Vigna
Associazione " SOS Yugoslavia "- Torino
Scarica o leggi questi files:
1. Appello -
formato zip
2. Afghanistan ieri e
oggi - formato zip
3. Note di viaggio di
E. Vigna - formato
zip
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